Buongiorno,
dopo un periodo di interruzione dovuto ad impegni scolastici e simili, ho deciso di rimettermi a scrivere sul blog, cercando di mantenere una frequenza relativamente alta di post.
Recentemente ho letto I reietti dell’altro pianeta, un romanzo di fantascienza scritto da Ursula K. Le Guin, autrice di cui avevo già letto alcuni libri.
I reietti dell’altro pianeta appartiene a una serie di libri, «Il ciclo dell’Ecumene», ambientati in un universo in cui la specie umana si è diffusa su innumerevoli pianeti, adattandosi alle caratteristiche di ognuno di questi e differenziandosi dagli altri popoli. L’origine di tutta l’umanità, a differenza di altre serie fantascientifiche, non è la Terra, ma il pianeta Hain: la Terra è solo uno dei molti mondi colonizzati dagli Hainiti.
Nonostante appartengano tutti allo stesso universo narrativo, i romanzi del «Ciclo dell’Ecumene» possono essere letti singolarmente e non in ordine. Io stessa, prima di questo romanzo, avevo letto solo La mano sinistra del buio, uno dei libri più notti della scrittrice.

Tra i vari mondi colonizzati dal genere umano, ci sono Urras e Anarres, due pianeti gemelli: legati indissolubilmente, ma diametralmente opposti, orbitano l’uno attorno all’altro.
Inizialmente solo Urras era abitato; poi da lì i seguaci di Odo, stanchi dell’ipocrisia e delle disuguaglianze della società urrasiana, sono partiti per colonizzare Anarres, fondandovi una comunità basata sull’anarchia e sul collettivismo.
Secoli dopo, su Anarres nasce Shevek, che fin dalla più tenera età viene educato e cresciuto secondo gli ideali e i valori anarresiani. Ben presto si dimostra un giovane dotato di un’intelligenza non comune e con una particolare propensione per la fisica; e inizia a dedicarsi al concetto del tempo, cercando una teoria che possa spiegare la sua vera natura.
Tuttavia, Shevek non può perseguire le sue ricerche scientifiche su Anarres: il pianeta non dispone delle risorse necessarie né di persone abbastanza esperte in materia; inoltre, gli viene proibito di pubblicare la sua tesi sul pianeta. Shevek perciò, deciso a continuare la ricerca ma anche mosso da un’incredibile curiosità, decide di imbarcarsi su una nave spaziale diretta ad Urras, dove viene accolto con tutti i privilegi come “l’uomo dalla Luna”.
Durante il viaggio e la permanenza su Urras, Shevek si renderà conto delle enormi differenze tra i due pianeti, dell’alta barriera che li divide, ma soprattutto delle incredibili incongruenze che stanno alla base di una società come dell’altra. Sempre più confuso e inquieto, Shevek perderà ad una ad una tutte le sue certezze, fino a realizzare quali sono le uniche poche cose su cui può contare.
Il romanzo si sviluppa parallelamente su due linee temporali: quella in cui lo Shevek ventenne, su Anarres, porta avanti i suoi studi sulla fisica, e quella in cui nel presente il protagonista si trova su Urras. In questo modo abbiamo una visione completa delle due società, che ci vengono davvero presentate come opposte e sottoposte a un confronto duro seppur sottile.
Il romanzo, pur avendo cinquant’anni, è ancora scorrevole e più che mai attuale. Le tematiche affrontate, come le ideologie, la guerra, le disuguaglianze, ma anche i rapporti interpersonali o la realizzazione personale, sono comuni a tutta l’umanità di qualsiasi epoca, e trovano pieno riscontro nella società contemporanea.
Per questi motivi il libro, anche se a volte la trama procede lentamente, non è mai noioso: stimola continue riflessioni e invita a porsi domande, che spesso sono le più scomode a cui si potrebbe pensare. In alcuni punti l’autrice è quasi provocatoria, sembra ci voglia incitare a rifiutare qualunque luogo comune e ad andare dietro a tutte le apparenze e le falsità.
I reietti dell’altro pianeta è un romanzo che vi consiglio vivamente, non solo agli appassionati del genere ma a chiunque abbia la voglia di uscire dagli schemi e rendersi conto della vera natura della società contemporanea; poiché questo libro, anche se può sembrare un’utopia, rappresenta la realtà.
Della stessa autrice:
La mano sinistra del buio

Lascia un commento