Boyhood, il film girato in 12 anni

Qualche mese fa ho guardato Boyhood, un film di cui avevo sempre sentito parlare ma che non avevo mai visto.

La trama del film è semplicissima, ed è questa la sua grande forza: la storia raccontata è una vita normale, quella di Mason, giovane americano, dai sei ai diciotto anni.

In questi dodici anni non ci sono grandi traumi o eventi, ma il quotidiano scorrere del tempo, la vita di tutti i giorni, la lenta ma continua trasformazione che ci porta dall’infanzia all’età adulta.
La storia di Mason è quella di tutti noi, scandita da quei piccoli avvenimenti che insieme creano un’intera esistenza.
Il film si concentra in particolare sui rapporti con le altre persone e su come essi cambiano col tempo. Gli altri due personaggi principali sono la sorella Samantha e la madre, divorziata, che assieme al protagonista formano una piccola famiglia unica e normale.
Loro tre rappresentano il nucleo centrale e costante del film, attorno al quale ruotano gli altri personaggi, mostrati come fugaci e momentanei nell’arco di una vita: innanzitutto il padre dei ragazzi, presente solo a tratti e protagonista, per i giovani figli, di piccole avventure del fine settimana; poi i nuovi fidanzati della madre, che determinano diversi periodi della vita per essere poi dimenticati; infine gli amici, compagni di vita che vanno, vengono e cambiano, per poi diventare sempre più importanti nel periodo del college.

Assieme all’evoluzione delle relazione assistiamo agli altri eventi tipici di una vita: traslochi, nuove scuole, primi amori, gite e viaggi. Tutte queste esperienze per il nostro protagonista completano il passaggio graduale all’età adulta, con i suoi vantaggi ma anche le sue responsabilità.

Boyhood è il film che meglio racconta lo scorrere del tempo, la grandezza della vita nelle sue piccolezze, i cambiamenti quotidiani.
Per realizzare quest’opera unica ci sono voluti ben dodici anni di riprese, esattamente il tempo trascorso nella storia. Il regista Richard Linklater ha infatti, ogni anno dal 2002 al 2013, radunato tutto il cast per girare qualche scena.
In questo modo il tempo viene rappresentato prima di tutto nel cambiamento naturale degli attori: nell’invecchiamento degli adulti e nella crescita dei bambini, nei diversi tagli e colori di capelli avuti negli anni, nell’evoluzione del modo di parlare, di pensare, di recitare. Sono queste piccole trasformazioni a raccontare, ancor prima della trama in sé, lo scorrere del tempo nella sua più spontanea e crudele natura.


✏️ ,


Lascia un commento

Ultimi post

Cerca nel blog

Cerca pagine o articoli inserendo argomenti, categorie, parole chiave

Top 5 post

Categorie

Archivio